I DAZI DI TRUMP MINACCIANO IL MADE IN ITALY: L'ITALIA RISCHIA PERDITE FINO A 9 MILIARDI DI EURO.

15.02.2025
L'annuncio del presidente Donald Trump riguardante l'imposizione di dazi del 25% su acciaio e alluminio, con la prospettiva di estenderli ad altri settori come l'automotive e la farmaceutica, rappresenta una minaccia significativa per l'economia italiana. Gli Stati Uniti sono il primo mercato extra-UE per l'export italiano, con vendite di beni nel 2024 pari a circa 65 miliardi di euro e un surplus commerciale di quasi 39 miliardi. Settori chiave come le bevande, gli autoveicoli e la farmaceutica sono particolarmente esposti a queste misure protezionistiche.

Le stime degli analisti indicano che, con dazi al 10%, le perdite per il Made in Italy potrebbero raggiungere almeno 3 miliardi di euro, cifra che potrebbe salire tra i 9 e i 12 miliardi se le tariffe doganali aumentassero al 20%. In particolare, il settore agroalimentare, simbolo dell'eccellenza italiana, rischia di subire un duro colpo. Prodotti iconici come il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano potrebbero vedere una drastica riduzione delle esportazioni verso gli USA, con conseguente aumento dei prezzi per i consumatori americani e perdita di competitività rispetto a imitazioni di minor qualità. 

Di fronte a questa situazione, il governo italiano sembra trovarsi in una posizione di debolezza a livello internazionale. Nonostante i rapporti personali tra la premier Giorgia Meloni e il presidente Trump avessero fatto sperare in esenzioni per l'Italia, le recenti dichiarazioni di Trump indicano l'intenzione di applicare dazi generalizzati, senza eccezioni. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso preoccupazione per le nuove dinamiche assunte dall'Amministrazione americana e per le risposte, o la loro mancanza, a livello europeo.

A livello europeo, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato che l'UE reagirà con fermezza e immediatezza contro le barriere ingiustificate al commercio libero ed equo. Tuttavia, l'Italia, agendo da sola, ha un margine di manovra limitato. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato la necessità di una risposta univoca da parte di tutti gli Stati membri dell'Unione, escludendo la possibilità di accordi bilaterali tra Italia e Stati Uniti. 

Questa situazione evidenzia una mancanza di autorità internazionale da parte del governo italiano e dei suoi rappresentanti all'estero. La frammentazione delle iniziative e la dipendenza dalle decisioni europee limitano la capacità dell'Italia di difendere efficacemente i propri interessi. In un contesto globale sempre più competitivo e protezionistico, è fondamentale che l'Italia rafforzi la propria posizione negoziale, sia all'interno dell'UE che nei confronti di partner strategici come gli Stati Uniti, per tutelare l'economia nazionale e il benessere dei cittadini.

L'introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti avrà ripercussioni significative sull'economia italiana, influenzando produzione industriale, bilancio economico e occupazione.

Produzione Industriale e Bilancio Economico

Nel 2024, l'industria italiana ha registrato una diminuzione della produzione industriale su base annua del 3,5%, con un calo costante durante l'anno. 

Uno studio di Prometeia stima che un'aliquota media del 10% sulle esportazioni europee potrebbe costare all'Italia fino a 2,9 miliardi di euro di vendite all'estero, con un impatto sul PIL pari a 1,9 miliardi. Se le misure protezionistiche dovessero essere estese a un maggior numero di settori, le perdite complessive potrebbero sfiorare i 9 miliardi di euro. 

Nel primo semestre del 2024, le esportazioni italiane verso gli USA hanno raggiunto i 38,82 miliardi di euro, pari al 10,4% del totale dell'export domestico, mentre le importazioni dagli USA ammontavano a 15,46 miliardi di euro, con un saldo commerciale positivo per l'Italia. 

Impatto sull'Occupazione

I settori maggiormente esposti ai dazi includono meccanica, farmaceutica e agroalimentare, che rappresentano oltre il 40% dell'export italiano verso gli Stati Uniti. Rilevante anche il valore dei mezzi di trasporto prodotti in Italia per il mercato statunitense, con esportazioni che superano i 10 miliardi di euro. 

Dazi del 10% su tutte le esportazioni dell'Eurozona verso gli Stati Uniti potrebbero ridurne il volume totale del 20%, con una perdita annua di 90 miliardi di dollari, pari a circa l'1,27% dell'export totale dell'Eurozona. Questo comporterebbe effetti sulle catene di approvvigionamento e possibili perdite occupazionali, specialmente nelle regioni più dipendenti dal commercio internazionale, come l'Italia. Le stime suggeriscono che il numero totale di posti di lavoro persi nei settori più colpiti potrebbe superare le 250.000 unità. 

In sintesi, l'imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe aggravare ulteriormente la già fragile situazione economica italiana, con ripercussioni significative sulla produzione industriale, sul bilancio economico e sull'occupazione.
Michele Interrante- Articolista
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