IL CONTANTE STA SCOMPARENDO: UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA, MA A QUALE PREZZO?

04.12.2024
Il denaro contante, simbolo tangibile di valore e libertà economica, sta gradualmente sparendo dalle nostre vite. Una trasformazione che sembra inevitabile e naturale, ma che in realtà nasconde dinamiche complesse, decisioni calate dall'alto e una pericolosa mancanza di coinvolgimento democratico. È davvero giusto abbracciare acriticamente questa rivoluzione? E quali sono i costi sociali, economici e politici di un'economia sempre più digitalizzata?

La fine del contante: evoluzione o imposizione?

La progressiva riduzione dell'uso del contante non è solo il risultato di innovazioni tecnologiche, ma anche di decisioni normative precise. Da anni, l’Unione Europea spinge per una riduzione dell’utilizzo del denaro fisico, sostenendo che ciò favorisca la tracciabilità delle transazioni, riduca il riciclaggio di denaro e limiti l’evasione fiscale. Tuttavia, dietro questa narrazione emergono contraddizioni che meritano un'analisi critica.

In Italia, il limite ai pagamenti in contanti è attualmente fissato a 5.000 euro, ma nuove regole europee potrebbero abbassarlo ulteriormente a 10.000 euro come tetto massimo uniforme per tutti i Paesi membri. Anche se questa soglia può sembrare elevata per il consumatore medio, il progressivo restringimento delle possibilità di utilizzo del contante rappresenta un passo concreto verso la sua marginalizzazione, spingendo sempre più cittadini verso i pagamenti digitali.

Un cambiamento non inclusivo

Il passaggio a un’economia prevalentemente digitale è spesso dipinto come sinonimo di progresso. Tuttavia, il suo impatto sulla società è tutt’altro che uniforme. Secondo l'ISTAT, circa il 23% delle famiglie italiane non ha accesso a Internet (2023), una percentuale che sale al 41% tra gli anziani. Per queste persone, la digitalizzazione obbligata rappresenta un ostacolo insormontabile e le espone a una forma di esclusione sociale ed economica.

Anche le imprese non sono immuni dai problemi legati alla digitalizzazione. Le commissioni sui pagamenti elettronici pesano soprattutto sui piccoli commercianti, già colpiti da tasse elevate e difficoltà economiche. Sebbene l'Unione Europea abbia introdotto regole per limitare le commissioni, questi costi continuano a rappresentare una barriera significativa per molte realtà locali.

Una questione di libertà e privacy

La limitazione del contante pone anche interrogativi sulla libertà dei cittadini di scegliere come gestire il proprio denaro. Il passaggio forzato ai pagamenti digitali implica una tracciabilità totale delle transazioni, con potenziali rischi per la privacy e il controllo economico individuale.

Nonostante i benefici in termini di sicurezza e trasparenza, la tracciabilità può facilmente trasformarsi in uno strumento di sorveglianza finanziaria, dando alle autorità o alle grandi corporazioni un potere senza precedenti sulle vite dei cittadini. Si tratta di un prezzo che siamo davvero disposti a pagare?

Chi decide per noi?

La digitalizzazione forzata è il risultato di decisioni prese a livello europeo, spesso senza un adeguato coinvolgimento dei cittadini. La Commissione Europea, composta da commissari non eletti ma nominati dai governi nazionali, gioca un ruolo chiave nel proporre normative che poi il Parlamento Europeo – eletto dai cittadini – può solo approvare o respingere.

Personaggi come Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, sono tra i principali sostenitori di una transizione rapida verso l’economia digitale. Tuttavia, questa visione non è condivisa da tutti. Nel Parlamento Europeo, gruppi come Identità e Democrazia e alcuni esponenti conservatori e sovranisti hanno espresso critiche verso l’imposizione di normative che limitano la libertà economica dei cittadini.

Questa polarizzazione dimostra quanto sia lontana una vera discussione democratica su temi che riguardano la vita quotidiana delle persone.

Il fallimento della comunicazione e del dibattito pubblico

Un altro aspetto critico è la scarsa informazione. Decisioni che toccano profondamente le abitudini dei cittadini – come la progressiva eliminazione del contante – vengono spesso prese senza un adeguato dibattito pubblico. I media, salvo rare eccezioni, si limitano a riportare i fatti senza approfondirne le implicazioni sociali ed economiche.

Questa mancanza di trasparenza contribuisce a un sentimento diffuso di sfiducia verso le istituzioni europee, percepite come distanti e autoritarie.

Verso un futuro digitale: quale strada scegliere?

La digitalizzazione dell’economia è inevitabile, ma il modo in cui viene gestita è tutt’altro che scontato. È fondamentale che questo processo avvenga rispettando i principi democratici e garantendo la libertà di scelta dei cittadini.

Ecco alcune proposte per un approccio più inclusivo e democratico:

Coinvolgimento dei cittadini: Consultazioni pubbliche e referendum su temi come la limitazione del contante dovrebbero diventare la norma.

Accesso universale alla tecnologia: Investimenti per garantire l’accesso a Internet e strumenti digitali a tutti, in particolare alle fasce più vulnerabili della popolazione.

Riduzione dei costi dei pagamenti digitali: Introduzione di misure che rendano i sistemi di pagamento elettronico accessibili anche per i piccoli commercianti.

Protezione della privacy: Regole più severe per garantire che la tracciabilità delle transazioni non diventi un’arma contro la libertà individuale.


Conclusione

Il futuro è digitale, ma non possiamo permettere che sia deciso sopra le nostre teste. La riduzione del contante non è solo una questione economica, ma un test per la democrazia europea e per la capacità delle istituzioni di rispettare i diritti e le libertà dei cittadini.

Siamo di fronte a una scelta fondamentale: abbracciare un progresso che includa tutti o accettare passivamente un sistema che rischia di ampliare le disuguaglianze e minare la nostra libertà. La sfida è aperta, ma spetta a noi cittadini, insieme a una politica più responsabile, guidare questo cambiamento.

Michele Interrante- Articolista
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