TRUMP DICHIARA GUERRA AL VINO EUROPEO: MINACCIA DAZI DEL 200% E SCUOTE I MERCATI.
14.03.2025
Recentemente, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha minacciato di imporre dazi del 200% su vini, champagne e altri prodotti alcolici provenienti dall'Unione Europea. Questa mossa è una risposta alla decisione dell'UE di applicare una tariffa del 50% sul whisky americano, in vigore dal 1º aprile, come ritorsione per i dazi statunitensi su acciaio e alluminio.
Le reazioni dei mercati finanziari non si sono fatte attendere: le azioni di aziende come Campari, Pernod Ricard e Remy Cointreau hanno registrato cali significativi. Anche il colosso del lusso LVMH, proprietario di marchi come Moët & Chandon e Veuve Clicquot, ha subito perdite in borsa.
L'Italia, terzo esportatore mondiale di vino, rischia di vedere compromesso un mercato che vale circa 1,9 miliardi di euro. La Francia, altro grande esportatore, ha dichiarato attraverso il ministro del Commercio Estero, Laurent Saint-Martin, di essere pronta a rispondere a queste minacce.
È interessante notare che la famiglia Trump possiede una propria azienda vinicola, la Trump Winery in Virginia, gestita dal figlio Eric. Questo solleva interrogativi sulla possibilità di conflitti di interesse nelle decisioni del presidente.
L'Unione Europea ha espresso la volontà di negoziare per evitare un'escalation della guerra commerciale, ma ha anche affermato di essere pronta a difendere i propri interessi.
In conclusione, la situazione attuale rappresenta una fase critica nelle relazioni commerciali transatlantiche. Le minacce di dazi e le conseguenti ritorsioni rischiano di danneggiare non solo le economie coinvolte, ma anche i consumatori e le imprese su entrambe le sponde dell'Atlantico. È auspicabile che le parti trovino un accordo per evitare ulteriori tensioni e garantire la stabilità economica globale.